Educazione Professionale in Medicina e Psichiatria
Martin - Santonastaso
25,00 €
Perchè abbiamo deciso di offrire, in primo luogo agli Educatori Professionali, ma anche agli altri operatori sanitari un testo che raccoglie riflessioni e presenta esperienze sull' intervento educativo in Medicina e Psichiatria? Per vari motivi che cercheremo di riassumere così:
In primo luogo, da alcuni anni sta diffondendosi anche negli ambienti medici più conservatori l'interesse per gli l'interventi educativi, essendo ormai chiaro che in molti casi questi possono rendere più efficace l'intervento medico e migliorare l' apprezzamento del paziente per la prestazione ricevuta. La loro efficacia, di cui esistono prove scientifiche e che si accompagna a ricadute anche economiche è ovviamente interessante per tutti gli “attori” della sanità: pazienti, medici ed operatori, amministratori.
I progressi della medicina contemporanea hanno contribuito ad aumentare il periodo di sopravvivenza alle malattie e la frequenza delle condizioni di cronicità. Proprio nell’ambito della cronicità e della riabilitazione, in cui l’obiettivo non è tanto la guarigione, quanto il miglioramento della qualità della vita (che, a sua volta, influenza l’evoluzione della malattia), il ruolo dell’intervento educativo acquisisce un’importanza particolare.
Gli strumenti diagnostici e gli interventi terapeutici diventano sempre più articolati e complessi e richiedono un grado di partecipazione e di collaborazione da parte dei pazienti che va ben oltre il tradizionale modello della prescrizione direttiva da parte del medico e dell’esecuzione passiva da parte del paziente; ci si aspetta dal paziente l’acquisizione di conoscenze specifiche sulla malattia, per le quali sono talora necessarie notevoli capacità di apprendimento. Ne consegue un aumento della quantità di informazioni di cui il paziente deve disporre per essere in grado di gestire autonomamente i cambiamenti richiesti dallo stato di malattia. Ne consegue perciò la necessità che gli operatori della sanità non dispongano soltanto delle competenze tecniche relative ad uno specifico campo di intervento, ma che acquisiscano competenze comunicative ed educative che li mettano in grado di realizzare una efficace collaborazione terapeutica con i pazienti.
L'importanza dell'intervento educativo è anche riconosciuta dal paziente, che oggi sempre più lo richiede ed è in grado di giudicarlo più facilmente di altri aspetti della prestazione sanitaria. Il paziente oggi vuole essere informato, sia pure con gradi diversi di approfondimento e di coinvolgimento, ed essere compartecipe delle decisioni che lo riguardano. L'intervento educativo è quindi il mezzo essenziale per ottenere un consenso che sia realmente informato, promuovere l'autonomia del paziente, la partecipazione alle sue cure e il miglioramento della sua qualità di vita.
Qualunque operatore sanitario (medico, infermiere, fisioterapista, tecnico nei vari campi, ecc) dovrebbe essere in grado di svolgere anche una funzione educativa relativamente al suo ambito professionale, ciò è spesso ricordato anche negli obiettivi dei vari Corsi di Laurea nel profilo professionale. Non vi è quindi un'esclusiva per alcune professioni, o al contrario, non esistono professioni sanitarie cui non appartenga anche una funzione educativa. Il fatto che in realtà spesso questa sia poco esercitata può dipendere anche da una relativa impreparazione, sia concettuale che metodologica a svolgerla.
In psichiatria, gli interventi educativi costituiscono una parte integrante dei trattamenti psicoterapeutici e delle tecniche di riabilitazione. Nella cura della schizofrenia diversi studi hanno mostrato che gli interventi di “psicoeducazione” delle famiglie dei pazienti, riducendo l’ansia e il criticismo dei familiari, sono in grado di ridurre la frequenza e la gravità delle ricadute. Nelle tecniche di riabilitazione psicosociale utilizzate nella psichiatria di comunità, la componente educativa ha un ruolo fondamentale nel processo di autonomizzazione del paziente e nel miglioramento della sua qualità della vita.
Da alcuni anni è stata individuata la figura dell'Educatore Professionale come figura appartenente all'area sanitaria (viene infatti formata da uno specifico Corso di Laurea delle classi sanitarie della Riabilitazione), che però è ancora poco definita e poco omogenea, come competenze ed attribuzioni, a livello nazionale e nella percezione degli altri professionisti della salute. La figura dell'Educatore Professionale proviene dalla lunga tradizione di figure educative di ambito umanistico, ma viene ora a collocarsi in un ambito culturale e disciplinare molto diverso e deve ancora, per così dire, rendersi conto delle sue potenzialità e farle conoscere.
Per poter sfruttare al meglio la disponibilità di questa figura professionale relativamente nuova al di là dei campi in cui trova tradizionalmente collocazione (disabilità, disagio, dipendenze, comunità di vario tipo) è necessario promuovere (tra Educatori e altri professionisti della salute) la conoscenza di cosa l'Educatore possa apportare alla gestione clinica dei pazienti. Solo su questa base sarà possibile l'integrazione nell'equipe sanitaria.
Anche se in maniera ancora iniziale e non coordinata, all'interno dell'Ospedale di Padova esistono ormai numerose esperienze di interventi educativi che affiancano gli interventi medici, sia in ambiti più propriamente internistici, che negli ambiti della psichiatria. Ci è sembrato quindi opportuno mettere a disposizione degli Educatori e degli altri Operatori l'informazione su alcune esperienze più rilevanti come elemento di studio e di stimolo ad estendere le attività educative in ambito sanitario e ad integrarle sempre più con la pratica clinica.
Alessandro Martin
Paolo Santonastaso
Padova, Gennaio 2008
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