Esposito - Papa -Passiatore - De Luca - Mezzogiorno
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Hic mors gaudet succurrere vitam, era il solenne quanto enfatico messaggio che campeggiava un tempo sulle pareti di ingresso di molte aule settorie, luoghi dove il cadavere, massima espressione dell'oggettività, diventava il solo mezzo per la conoscenza di quelle strutture organiche che, nella fissità della morte, avrebbero in seguito garantito al neofita la comprensione dei meccanismi funzionali del corpo.
Le conoscenze così apprese sarebbero divenute poi il punto di partenza per il riconoscimento delle alterazioni patologiche; come pure, nell'esercizio della professione, esse avrebbero garantito sicurezza nel gesto medico e nella scelta del farmaco.
Negli ultimi decenni, la continua e impressionante evoluzione dell'anatomia, che corre in parallelo con lo sviluppo dei mezzi tecnici, ha portato come conseguenza fortemente negativa la scomparsa ormai definitiva e, purtroppo, "disinvoltamente accettata delle aule settorie". La mutata realtà e la possibilità di corredare i testi con materiale fotografico e iconografico, in genere molto ampio, hanno cambiato l'approccio all'osservazione del corpo; infatti se, da un lato, si è persa l'oggettività e l'emotività del riscontro autoptico, dall'altro, la ricchezza di immagini e le diverse angolazioni da cui gli oggetti corporei possono essere raffigurati, costituiscono un supporto valido e comunque ancora in grado di cogliere le caratteristiche essenziali delle forme, il loro rapporto con la funzione, il valore della disposizione spaziale ed il loro integrarsi nello svolgimento di compiti anche estremamente complessi e sofisticati. In quest'ottica quindi ci siamo interrogati su come presentare agli studenti un'anatomia che attraverso le sole immagini di un testo fosse in grado di esercitare la mente all'osservazione, alla riflessione analitica-descrittiva e alla finale sintesi critica.
Non poche, dunque, le difficoltà da superare quando ci si propone di rinnovare un testo che data già un decennio, scritto e pensato quando ancora nella nostra scuola si praticava la dissezione. Prima fra tutte, la reinterpretazione della disciplina alla luce dei delicati rapporti che essa oggi intrattiene con numerosi altri insegnamenti; in particolare, quelli che, necessariamente, si sono venuti a stabilire con le attuali tecniche dell'imaging radiologico e con quelli più specialistici di una chirurgia, che è andata via via definendosi, sempre più, come endoscopica o mini invasiva.
In ultimo, ma non ultime quelle difficoltà legate alla necessità di mirare con efficacia ai tradizionali obiettivi della disciplina, quali la definizione dei limiti anatomo-topografici, i rapporti e l'organizzazione microscopica degli organi.
prime pagine espo.qxd 05/12/2008 13.19 Pagina V A tali problematiche riteniamo di aver fornito adeguate risposte.
Anzitutto con concisione che, senza portare scapito alla completezza, ha consentito di eliminare quel tipico gusto del particolare che tradizionalmente in anatomia corre il rischio di trovare spazio.
In secondo luogo, con il guidare lo studente a familiarizzare con le immagini della diagnostica clinica, ricavate direttamente sul vivente con le più perfezionate strumentazioni della radiologia, dell'ecografia, della tomografia computerizzata e della risonanza magnetica; ed ancora nell'allestimento di nuovi disegni e schemi, allo scopo di rendere più immediati concetti e teorie funzionali, particolarmente sottese alla morfologia delle strutture.
Con questa "Anatomia Umana" si è voluto offrire dunque una visione pratica ed efficace della disciplina, che mirasse a essere base conoscitiva e necessaria all'impostazione corretta di qualunque futuro apprendimento clinico e al successivo gesto medico, avendo sempre in considerazione che una siffatta visione rappresenta la meta verso la quale deve puntare la stessa anatomia scientifica. Un invito quindi a vedere il corpo, da subito, con l'occhio del medico, il cui sguardo ha imparato a distinguere le cose importanti da quelle che lo sono meno e a basare ogni valutazione su questo essenziale processo di distinzione.
Un grazie è dovuto ai giovani collaboratori che con entusiasmo e attenzione hanno partecipato alla revisione delle bozze e contribuito all'allestimento di quella parte della documentazione fotografica completamente nuova, come pure un sentito ringraziamento va all'editore Massimo Piccin, che con la sua disponibilità ha fatto di quest'opera un lavoro di pregevole veste grafica che rimarrà a prestigio dell'impegno della sua casa editrice nel panorama dell'editoria italiana.
VINCENZO ESPOSITO
Un bel libro di anatomia "classico" nell
Un bel libro di anatomia "classico" nell'esposizione, nelle immagini e nell'edizione. L'ho messo accanto al mitico Testut. Non fa scena come certi "americani" ma certi contenuti sono più approfonditi, come per esempio i richiami alla fascia nelle sue differenti forme, che altrove è del tutto ignorata ma che nella mia professione di osteopata è fondamentale.
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