William Owens, MD
28,00 €
INTRODUZIONE
Eccoci qua, alle 3.30 del mattino in terapia intensiva. Il pronto soccorso ha appena inviato alla nostra osservazione un paziente –
un uomo giovane con febbre a rapida insorgenza, brividi e distress respiratorio. È stato necessario procedere all’intubazione in pronto soccorso e l’allarme del ventilatore suona con una frequenza piuttosto fastidiosa. La radiografia del torace mostra un quadro gravissimo, con diffuse infiltrazioni e addensamenti. Il terapista respiratorio* della terapia intensiva ti guarda e formula la domanda che temevi fin da quando il paziente è arrivato: «Dottore, come vuole che venga impostato il ventilatore?».
Questa è una storia ben nota a quelli di noi che passano molto del loro tempo in terapia intensiva e, a partire dall’inizio della pandemia COVID-19, è un’esperienza che quasi ogni specializzando ha sperimentato almeno una volta durante il suo periodo di studio. La ventilazione meccanica può intimidire – ha una sua propria terminologia che non sempre sembra avere senso; è una tecnologia salvavita e la sua cattiva applicazione può portare a conseguenze molto serie; coloro che praticano la ventilazione meccanica hanno la tendenza a parlare in una maniera esoterica a proposito di quello che stanno facendo con il ventilatore. Questo può confondere anche il più brillante specializzando o studente di medicina.
A rendere più difficili le cose, non esistono molte risorse pratiche per medici molto impegnati, che avrebbero invece bisogno di una
guida rapida che indichi come impostare correttamente i parametri del ventilatore. Non mi fraintendete – ci sono molti ottimi libri
che trattano la ventilazione meccanica. E, se ne avete il tempo, vale veramente la pena di leggerli. Ma il termine operativo è “tempo”. Leggere 100 pagine sui pro e i contro della ventilazione a pressione controllata può essere un buon uso di un pomeriggio in biblioteca, ma è cosa del tutto impraticabile quando vi state prendendo cura dei pazienti in un impegnativo reparto di terapia intensiva.
Quello che serve è una guida pratica e questa è la ragione iniziale per cui ho scritto questo libro nel 2012. Può sembrare anche troppo elementare a clinici con esperienza di terapia intensiva ma, di nuovo, è stato pensato per coloro che non sono esperti. Mi azzardo anche a dire che i maggiori successi che si possono ottenere in terapia intensiva derivano dall’applicazione corretta e costante delle pratiche fondamentali.
Questa è ora la terza edizione della Guida alla ventilazione meccanica che ho avuto il piacere di scrivere. Per creare un testo unico e più completo, ho combinato nuovo materiale con i capitoli di Guida alla ventilazione meccanica di livello avanzato. Vorrei ringraziare i miei lettori per le loro osservazioni sulle edizioni precedenti, che mi auguro abbiano avuto un impatto positivo su questo testo.
Poiché è stato scritto da un unico autore, questo libro sicuramente è affetto da qualche pregiudizio. Non troppi, spero, ma non sono così ingenuo da pensare che il mio approccio sia completamente obiettivo. Come chiunque altro nel campo della medicina, la storia personale e l’esperienza hanno modellato la mia pratica.
Questo libro si prefigge di insegnare gli aspetti pratici della ventilazione meccanica. I capitoli sono brevi ed ognuno di loro può essere facilmente letto in 15-20 minuti. Acquisirai la terminologia e capirai la logica per cui le pratiche applicate funzionano e perché i terapisti intensivi fanno quel che fanno. Io credo che comprendere il “perché” di quello che facciamo sia importante, e per questo ho incluso alcuni capitoli sulla fisiologia respiratoria e sulla tecnologia.
A questo punto, è necessario che io precisi che mentre questo libro è infarcito di buoni consigli, nessuno di questi è specificamente
indirizzato alla cura di uno specifico paziente. Qualcuno dei tuoi docenti universitari ti ha per caso detto che i pazienti non seguono i
libri di testo? Ha ragione. Ogni paziente ha bisogno di un approccio individuale. Credeteci oppure no, non è stato il mio avvocato a consigliarmi di scrivere questo punto, è solo comune buon senso.
* Al di fuori degli Stati Uniti e del Canada, la figura del terapista respiratorio, intesa come professionista, non medico, che ha ottenuto un diploma universitario ed un’abilitazione nazionale, esiste solo in pochissime nazioni. Il terapista respiratorio si occupa
essenzialmente degli aspetti cardiologici e pneumologici e collabora con i pneumologi e gli intensivisti in vari aspetti della cura dei pazienti, tra i quali la regolazione dei ventilatori meccanici (N.d.T.).
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