Atlante di fisiologia della fascia muscolare
Stecco
78,00 €
PRESENTAZIONE
Per sviluppare un lavoro che permetta la comprensione delle funzioni e disfunzioni della fascia è necessario avere una conoscenza accurata dei componenti di questo ubiquitario e versatile tessuto, come pure conoscere le sue interazioni che ne determinano la coordinazione e la fisiologia.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario utilizzare un piano terapeutico convalidato che semplifichi la complessità della fascia.
Fortunatamente esistono ora ottimi atlanti e testi che offrono immagini dell’architettura della fascia sia dal punto di vista microscopico che macroscopico.
Ciò che manca è una descrizione completa e sistematica della fisiologia della fascia sia nella sua funzione normale sia nel determinare sistematicamente la natura e la localizzazione delle sue disfunzioni.
In questo ampio e dettagliato testo, Luigi Stecco offre specifici approfondimenti pratici che derivano da molti elementi di anatomia e fisiologia che compongono le strutture biomeccaniche mio-fasciali; queste a loro volta determinano, quando operano normalmente, la postura e il movimento del corpo umano.
Dal punto di vista clinico, egli presenta una vasta gamma di protocolli di valutazione funzionale che permettono di identificare e localizzare specifiche disfunzioni della fascia, siano esse collegate a movimenti unidirezionali, bidirezionali e pluridirezionali.
I sintomi associati all’alterato controllo motorio, alla ridotta escursione articolare e/o al dolore possono derivare dalle disfunzioni della fascia, determinate da locale densificazione (indurimento tissutale) o da alterato scorrimento.
È importante sottolineare che tali modifiche sono largamente reversibili e che esse determinano modifiche funzionali e non necessariamente patologie vere.
A rendere il lavoro di Luigi Stecco così valido sono le indicazioni che egli dà per risalire e localizzare queste modifiche della fascia. Numerosi studi sono stati fatti che convalidano l’affidabilità dei protocolli terapeutici proposti dalla manipolazione fasciale, metodica sviluppata da anni di ricerca di Stecco.
Molti sono i metodi proposti per il trattamento e riabilitazione del dolore e delle disfunzioni fasciali, ma pochi sono gli approcci terapeutici che offrono una precisa identificazione di quali tessuti e strutture possono essere coinvolti e dove essi sono precisamente dislocati.
Il metodo messo a punto da Stecco, che comporta un esame obiettivo per identificare l’area disfunzionale della fascia, prevede sia una verifica palpatoria come pure una valutazione motoria funzionale che sistematicamente controlla e registra i movimenti sul piano sagittale, frontale e orizzontale, coinvolgendo tutte le aree del corpo.
Questo metodo di valutazione oggettiva è accompagnato da una anamnesi soggettiva, che comprende fattori quali l’età, i traumi precedenti, le attività lavorative, le attività sportive e i precedenti interventi chirurgici.
Utilizzando i dati emersi dagli esami oggettivi e soggettivi, l’operatore formula poi una ipotesi su come impostare il trattamento.
I test motori sono ripetuti dopo il trattamento, al fine di valutare se ci sono stati cambiamenti funzionali nel sintomo del paziente.
In questo atlante, elaborato con cura e illustrato con splendide figure, Luigi Stecco riassume i risultati di anni di ricerca; offre suggerimenti e indicazioni pratiche, che sono di immenso valore per i professionisti e terapisti di tutte le scuole; per questo merita la nostra lode e la nostra profonda riconoscenza.
LEON CHAITOW
Honorary Fellow, University of Westminster, London
Editor-in-Chief,
Journal of Bodywork & Movement Therapies
INTRODUZIONE
Dal 1543 (Vesalio, De humani corporis fabrica ) ad oggi sono state effettuate numerose ricerche sulla anatomia e fisiologia dell’apparato muscoloscheletrico, ma in genere è stata trascurata la fascia muscolare.
Nella copertina di questo atlante si riporta un’immagine del Vesalio, sulla quale sono state disegnate le seguenti quattro nuove proposte di anatomia e fisiologia della fascia:
- Unitas o unità mio-fasciale, come esempio è stata scelta quella formata dal bicipite e dal brachiale (anatomia) e si sono messi in evidenza i vettori che loro formano sulla fascia (fisiologia);
- Sequentia o sequenza mio-fasciale, nel disegno si è evidenziata quella formata dai muscoli flessori dell’arto superiore (anatomia), le frecce indicano le trazioni operate dalle inserzioni dei muscoli sulla fascia aponevrotica (fisiologia);
- Diagonalis o diagonale mio-fasciale, formata da punti di fusione fra le diverse fasce (anatomia), che coordinano i movimenti intermedi fra due piani dello spazio (fisiologia);
Spira o spirale mio-fasciale, formata dalla disposizione spiraliforme di alcuni muscoli e dalle fibre collagene endofasciali (anatomia), che assieme ai retinacoli coordinano i gesti motori globali (fisiologia).
Quindi questo atlante cerca di unire l’anatomia dei muscoli con la fisiologia dei fusi e degli organi tendinei del Golgi, nella loro interazione con la fascia; in particolare cerca di:
- incorporare nell’unità mio-fasciale tutte le unità motorie, che attuano uno specifico movimento;
- descrivere le sequenze mio-fasciali, che spostano e mantengono la postura del corpo nei tre piani dello spazio;
- evidenziare l’interazione fra i fusi e la fascia (riflesso miotatico), per la gestione degli schemi motori;
- rimarcare il ruolo della fascia nella fisiologia del gesto motorio globale.
Tali premesse sono supportate da questi riscontri:
- l’architettura mio-fasciale periferica corrisponde all’organizzazione motoria del sistema nervoso centrale;
- in tutti i segmenti corporei, i muscoli intrafusali formano nella fascia perimisiale dei vettori, che hanno una disposizione speculare ai vettori formati dai muscoli extrafusali;
- l’architettura della fascia muscolare corrisponde alla gestione del movimento segmentario, della postura, degli schemi motori e dei gesti globali;
- le immagini delle dissezioni anatomiche, esaminate secondo queste nuove proposte, dimostrano che la fascia è al servizio del movimento corporeo.
Il primo capitolo offre le spiegazioni che facilitano la comprensione dei capitoli successivi e inoltre riporta alcune ricerche a sostegno di questa nuova impostazione.
Il secondo, terzo e quarto capitolo espongono le unità mf e le sequenze mf dell’arto superiore, del tronco e dell’arto inferiore.
Nella prima pagina di questi capitoli c’è l’immagine anatomica di una regione (anteriore, posteriore, laterale, mediale e profonda) di ciascun arto o del tronco. Queste figure rappresentano l’intero arto o l’intero tronco, in quanto si vuole esaltare la sinergia di tutto l’arto e non l’azione del singolo muscolo.
Di fianco a ciascuna immagine sono elencati i muscoli primari o monoarticolari, quelli secondari o biarticolari e quelli sinergici, cioè quelli che intervengono non nel movimento unidirezionale, ma nei movimenti di schema motorio
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