Riabilitazione e Osteopatia nello Sport
R. D’Onofrio - C. Civitillo - M.L. Marasco
35,00 €
PREFAZIONE
La Salute è stata definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità1 (rispettivamente nel 1948 e in una versione più attuale nel 2011) come:
a) “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o infermità”;
b) “la capacità di adattamento e di auto-gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”.
Queste definizioni, in generale, orientano tutti gli impegni a livello individuale, organizzativo e politico. Il punto centrale di tali impegni è la prevenzione, ossia un insieme di attività, azioni ed interventi attuati con la finalità di promuovere-conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie. La combinazione delle attività e interventi attuati ha come obiettivo il ridurre il rischio che si produca un evento avverso non desiderato o imprevisto2.
Questo ruolo attivo volto alla riduzione del rischio caratterizza, nei nostri giorni, la professione medico-sanitaria capace di differenziarsi da quella del passato.
Per mantenere una buona salute, vi è oggi, anche a scopo preventivo, una maggiore propensione alla Pratica Sportiva, che comprende la quasi totalità delle fasi dell’età. Questo ha comportato un rilevante aumento dei traumatismi che alterano il quadro di Salute. Così, la massima espressività concettuale della salute è riscontrabile nello sportivo.
Questa è definita dal DM del Ministero della Sanità del 18 febbraio 1982 che regolamenta la tutela sanitaria dell’attività sportiva agonistica ai fini della tutela della salute.
La salute nello sport e dell’atleta è uno degli obiettivi primari non solo del sistema sanitario ma di tutto l’associazionismo nazionale, sia esso amatoriale, dilettantistico o professionistico. Il concetto di salute è enfatizzato nello sport, dove non è semplicemente uno stato di assenza di malattie, ma è una condizione dinamica di benessere fisico, mentale e sociale.
Così, possiamo esprimere come il concetto di prevenzione è collocato nella categoria della “riabilitazione sportiva”. Una caratteristica comune tra tutti i programmi è l’obiettivo di normalizzare la funzione clinica-biomeccanica e ridurre al contempo qualsiasi “complicanza” durante il processo di ritorno alla piena attività sportiva agonistica. La riabilitazione sportiva è un termine ampio che, ancor oggi, non ha una definizione chiara. La riabilitazione stessa è concettualmente indicata come “un trattamento
o trattamenti progettati per facilitare il processo di guarigione da lesioni, ovvero da eventi lesivi traumatici e non”.
Con la parola “sport” che segue ad essa, implica che c’è un infortunio ricollegabile ad uno sport specifico, piuttosto che una malattia o un processo di malattia. La maggior parte degli atleti concorderebbe con molti clinici sull’importanza nello sport di studiare strategie preventive che abbiano un fondamento ed un consensus scientifico tale da ridurre i fattori di rischio di lesioni o re-lesioni, che possono inficiare il decorso della carriera di un atleta.
Il concetto di questa opera sulla riabilitazione ed osteopatia applicata allo sport si basa sulla trasferibilità concettuale dell’espansione del recupero dell’atleta infortunato attraverso anche una “Vision” multidisciplinare.
Questa opera, grazie agli autori, coniuga le conoscenze scientifiche con una pratica basata sulle evidenze per riconoscere pienamente le diverse aree, applicative e di gestione, che spesso rappresentano un percorso unico all’interno del ritorno allo sport dell’atleta infortunato, ma distintamente diverso da campi di pratica e di studi simili.
L’opera, presentata dagli autori nella sua filosofia, fornisce uno sguardo aggiornato non sui diversi protocolli, ormai non più rappresentabili all’interno delle strategie del ritorno allo sport dell’atleta infortunato, ma su un ragionamento che si basa su prove scientifiche e su esperienza da campo,
inquadrando le iniziali strategie di valutazione multidisciplinare, per lo screening degli infortuni e delle condizioni patologiche.
L’obiettivo degli autori è quello di fornire spunti, a chi è interessato, per approfondire le proprie conoscenze e una guida per i propri interventi in ottica di multidisciplinarietà.
È considerata la centralità del paziente: nella riabilitazione dello sport è l’emanazione del concetto di salute. È riconsiderato il concetto di ritorno allo sport e alla performance. Sono evidenziate ed affrontate le controversie, ancora presenti, nel perseguire un’ideale guarigione clinica cercando di evitare il decondizionamento, ovvero un peggioramento degli aspetti fisiologici e prestativi dell’atleta infortunato. Dati epidemiologici riportano indicazioni su tassi di re-lesione al LCA dopo ricostruzione e traumi secondari connessi, come le lesioni muscolari, riferiti spesso a processi riabilitativi incompleti e forse troppo accelerati. Test soggettivi da campo e non, ancora non definiti da un consensus valutativo, riportano a riflessioni specifiche rispetto alle tempistiche del ritorno allo sport e alla performance.
Gli aspetti della diagnosi osteopatica e il relativo trattamento manipolativo osteopatico della disfunzione somatica, nello sport, sono discussi.
Suggerimenti originati dalla pratica osteopatica basata su esperienza, considerando le conclusioni di ricerche recenti in osteopatia e sport, sono riportati. Interessanti conferme giungono sul ruolo del trattamento osteopatico delle disfunzioni somatiche, capaci di produrre effetti considerevoli ancor prima di indurre dolore o alterazione funzionale, e sul ruolo dell’osteopatia riguardo alla postura e gestualità tecnica nello sport. Il TMO può determinare una distribuzione ideale della massa corporea: attraverso un miglior equilibrio posturale, determinato dal TMO, si fornisce stabilità per favorire lo spostamento del corpo e le condizioni per le normali funzioni in posizione eretta o in movimento, o nell’attività fisica. La considerazione principale su alimentazione e infortunio, relativa agli aspetti biomolecolari, emersa dalla letteratura scientifica, è quella di dover scongiurare carenze nutrizionali ed energetiche. Gli aspetti psicologici dell’atleta infortunato riconoscono le relazioni di causa ed effetto, tra le variabili di livello di ansia e di stress a essa associata, e l’infortunio sportivo. La letteratura pertinente a esiti delle cure riportati dal paziente, nell’ambito dell’ortopedia e
della medicina dello sport, è un potenziale strumento di supporto a diverse condizioni, come ai criteri decisionali per le fasi di riabilitazione sportiva e ritorno allo sport. La responsabilità sanitaria, civile-penale, la deontologia professionale, il consenso informato per il paziente, compreso il diritto alla salute, sono definiti per tutti gli interessati del team sanitario sportivo, con
il fine di sensibilizzare il medico e gli operatori sanitari su alcuni principi che regolano la loro attività.
Gli autori si augurano che la lettura di quest’opera sia di sostegno per gli operatori sanitari nel migliorare l’approccio scientifico, il ragionamento clinico e le decisioni finali, visti i molteplici aspetti implicati nella materia:
questo per garantire la migliore assistenza sanitaria possibile alla Salute della popolazione sportiva.
Rosario D’Onofrio
Claudio Civitillo
Marcello Luca Marasco
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