La robotica in neuroriabilitazione

Presentazione

L’utilizzo dei dispositivi robotici in riabilitazione, anche se relativamente recente e ancora confinato nelle strutture di eccellenza, sta rivoluzionando le strategie di training, offrendo nuove e promettenti opportunità.
I risultati delle ricerche nel campo delle neuroscienze e della plasticità neuronale, dopo una lesione cerebrale, sostengono la necessità di combinare strategie riabilitative intense e ripetitive con il raggiungimento di specifici obiettivi funzionali. I robot sono particolarmente adatti a soddisfare questi principi perché erogano esperienze di training motorio intense, ripetibili, personalizzabili, motivanti e interattive, mediante feedback in real-time.
Alcuni ambiti riabilitativi sono poi perseguibili esclusivamente con l’aiuto dei sistemi robotici, come l’esperienza di un cammino fisiologico o la sostituzione di funzioni perse e non emendabili mediante i sistemi esoscheletrici, veri e propri robot indossabili. Inoltre, vantaggio certamente non trascurabile, questi dispositivi, registrando la performance del paziente durante il training, consentono di avere indicatori oggettivi dei miglioramenti ottenuti, permettendo al riabilitatore di procedere secondo i principi della riabilitazione basata sull’evidenza. Occupandomi di riabilitazione neurologica nei bambini, un’età in cui la plasticità neuronale è fisiologicamente elevata, considero il training con dispositivi robotici particolarmente promettente.
La crescita esponenziale negli ultimi anni della letteratura scientifica sull’impiego della robotica in riabilitazione conferma l’interesse sulle potenzialità della terapia mediata dai robot.
È con molto piacere che ho accolto l’invito a presentare questo libro che, partendo dalle basi neurofisiologiche del training robotico e attraverso l’analisi di specifiche misure di outcome, conduce il lettore alla conoscenza di quanto oggi è già disponibile per la riabilitazione funzionale dell’arto superiore e del cammino. Non mancano le indispensabili considerazioni sulle funzioni cognitive richieste, e stimolate, durante il training con i dispositivi robotici e sugli aspetti emotivi del paziente. Questi ultimi, frequentemente sottovalutati, hanno invece un peso determinante sul successo di ogni training, ma in particolare quando si impiegano dispositivi ad alta tecnologia che possono incutere un iniziale timore. Non manca un intero capitolo sulle ragioni che devono spingere il terapista ad impiegare un robot in riabilitazione, nonché sul suo specifico ruolo. Considerazioni che aiutano a superare le diffidenze sugli aspetti troppo “meccanici” del training robotico e le paure immaginarie di riduzione delle mansioni del terapista e dei posti di lavoro. Il tutto racchiuso in una cornice splendida di riflessioni sul senso della tecnologia in riabilitazione e sui suoi limiti.
Il volume, colmando una mancanza nella letteratura, diviene di riferimento per questo innovativo ambito della riabilitazione che diverrà sempre di più una parte importante della nostra pratica clinica. Insomma, un bel libro, per certi versi anche “visionario”, perché presenta un futuro già tangibile e prospettive intriganti verso ambiti di realtà arricchita e virtuale che, ci auguriamo, consentiranno ai pazienti outcome e qualità di vita migliori.
Consentitemi, infine, di ringraziare gli autori del volume, alcuni dei quali amici di lunga data e in particolare il Professor Giuliano Dolce, per la passione professionale e l’impegno etico che traspare dalle righe del libro e che li spinge a esplorare sempre nuovi orizzonti a favore dei pazienti che con fiducia si affidano alle loro cure.

ENRICO CASTELLI
Direttore delle Unità di Neuroriabilitazione
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma