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Medicina e nursing per operatori sanitari

L’infermiere di famiglia e cure primarie. Aspetti gestionali e competenze cliniche

Autori
Domenico Antonelli

25,00 €

  • publish date settembre 2017
  • ISBN 978-88-299-2844-6
  • Code Piccin 0110045
  • Binding Brossura

PREFAZIONE

Quella delle cure primarie e dell’infermiere del territorio e/o “di famiglia” è un’area di avanguardia per il nuovo modello di assistenza e una punta di diamante di quelle aree specialistiche che, una volta approvato l’accordo Stato-Regioni sulle competenze avanzate degli infermieri, entreranno a far parte a pieno titolo, e soprattutto in maniera uniforme, del panorama dell’assistenza e della nostra professione.
Il ruolo dell’infermiere di famiglia è fondamentale per ridurre l’utilizzo improprio dell’ospedale e sviluppare l’assistenza alternativa, purtroppo ancora con carenze macroscopiche per poter diventare la valida – e unica – alternativa al pronto soccorso e al ricovero: il territorio. Per questo tra le specializzazioni previste per l’infermiere è prevista quella nell’area delle cure primarie: infermieri di comunità-famiglia, che altro non è se non la riorganizzazione, appunto orizzontale, del territorio perché questi professionisti, oltre a dare assistenza ai pazienti, possano facilitare il percorso tra le strutture ospedaliere, le strutture territoriali e, sul territorio, tra i medici di famiglia e gli altri attori dell’assistenza, coordinando le attività assistenziali a livello territoriale e domiciliare. Tra gli obiettivi c’è la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili e il ricorso improprio al pronto soccorso a favore dei pazienti.
Come accennavo, l’infermiere del territorio è una figura già attiva in molte Regioni e già oggi nove Atenei organizzano master per conferire il relativo titolo con circa 5.400 colleghi che l’hanno già conseguito. La Federazione di recente, in occasione della presentazione ufficiale del fabbisogno di professionisti nei prossimi anni nell’ambito del Joint Action on Health Workforce Planning and Forecasting, ha anche messo in risalto proprio la necessità che sul territorio vi siano almeno 30.000 di questi professionisti per far fronte ai nuovi bisogni legati all’aumento dell’età, alla non autosufficienza, alla crescita delle patologie croniche.
Nonostante questo, tuttavia, la conoscenza che i cittadini hanno di questa figura è ancora a macchia di leopardo. Un recente studio condotto dai Collegi IPASVI di Basilicata, Campania e Molise ha evidenziato che il 70% dei pazienti e dei medici giudica la sua figura importante nel processo di continuità assistenziale. Lo studio ha messo in risalto come l’infermiere di famiglia rappresenti la nuova frontiera assistenziale nel sistema salute che si inserisce a ponte tra il medico di medicina generale e il paziente al centro del processo assistenziale. Per realizzarlo sono stati intervistati tra medici e pazienti (in base alle dovute proporzioni) circa 3.000 soggetti delle tre regioni da cui sono emerse una grande stima e considerazione nei riguardi dell’infermiere di comunità da parte dell’utenza, e che egli può essere il soggetto di una rivalutazione del sistema sanitario perché ne ha le giuste competenze.
La figura dell’infermiere del territorio assume un ruolo essenziale anche nelle ”Case della Salute” oppure negli Ospedali di Comunità, dove gli infermieri possono gestire direttamente persone con problemi di fragilità, in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, in piccole strutture di territorio.
Queste poche note danno subito il senso dell’importanza e dell’attualità che uno strumento dedicato agli aspetti gestionali e alle competenze cliniche dell’infermiere di famiglia assume nel panorama non solo formativo ma anche organizzativo per una nuova area della professione che rappresenta una vera e propria necessità legata ai bisogni dei cittadini.
I temi da trattare ci sono tutti, dalla gestione delle cronicità al rischio clinico, dal primary nursing al consenso informato. E anche la descrizione di ciò che avviene all’estero è importante per comprendere come viene inquadrata questa nuova figura di professionista.
Un professionista formato, evoluto, competente è ciò di cui ha bisogno il mutato quadro epidemiologico dell’assistenza sanitaria e il volume è una guida importante anche dal punto di vista gestionale e organizzativo per contribuire alla vera crescita dell’Assistenza con la “A” maiuscola rispetto ai bisogni dei pazienti.

Barbara Mangiacavalli
Presidente
Federazione Nazionale IPASVI

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