Elettromiografia e Disordini neuromuscolari: Correlazioni clinico-elettrofisiologiche ed ecografiche
David C. Preston e Barbara E. Shapiro
100,00 €
PRESENTAZIONE DELL'EDIZIONE ITALIANA
Ci è stato richiesto dalla Casa Editrice Piccin Nuova Libraria di provvedere alla traduzione di un testo che viene considerato un riferimento unico per chi si occupa di neurofisiologia clinica e soprattutto per chi si vuole avvicinare a questa disciplina. Per il neurologo interessato allo studio delle malattie del sistema nervoso periferico e dei muscoli è importante – come del resto per tutte le discipline mediche e, in particolare, per l’ambito neurologico – oltre che conoscere le manifestazioni cliniche e gli elementi di diagnosi e di terapia, possedere solide basi di anatomia strutturale e funzionale e di fisiologia, senza le quali la neurologia clinica rischia di sembrare un’arte occulta.
Il neurofisiologo clinico ha a disposizione una serie di strumenti grazie ai quali è possibile indagare gli aspetti funzionali e disfunzionali del sistema nervoso periferico. La potenza di questi strumenti implica, tuttavia, una particolare complessità del loro utilizzo: senza una solida formazione di base l’esecuzione e l’interpretazione dei reperti rischia di essere inutile o incomprensibile, se non addirittura fuorviante. Come gli Autori spiegano nelle Prefazioni all’edizione originale, è fondamentale l’integrazione delle
conoscenze di anatomia e fisiologia con gli aspetti clinici.
Parallelamente, è necessario avere chiaro che l’esame strumentale è, per l’appunto, uno degli strumenti nelle mani del clinico che non può fare a meno di partire, nell’indagine del paziente, dagli aspetti clinici (i dati ricavati dalla raccolta anamnestica e dall’esame obiettivo) e a questi ritornare una volta che è riuscito a formulare un’ipotesi diagnostica coerente, grazie alle proprie conoscenze e a quanto ricavato da una diagnostica strumentale accuratamente eseguita.
Il valore principale di questo testo risiede nell’impostazione metodologica che vuole dare, non accontentandosi di essere un banale (si fa per dire) manuale di elettromiografia.
Guidando il suo fruitore in un percorso che parte dagli aspetti di base dell’anatomia e della fisiologia, questo volume fornisce i fondamenti funzionali della diagnostica elettrofisiologica,
illustra in modo dettagliato (su questo il supporto iconografico e audiovisivo è, secondo noi, fondamentale) gli aspetti esecutivi dei diversi esami, fa comprendere come interpretare i dati acquisiti per integrarli infine con il quadro clinico. Non ultimo, l’introduzione della diagnostica ecografica ha un notevole valore; nella nostra esperienza vediamo come l’ecografia neuromuscolare diventi sempre di più uno strumento di estrema importanza nelle mani del neurofisiologo clinico, non solo per gli aspetti diagnostici, ma anche in relazione agli sviluppi in ambito terapeutico di alcune condizioni (si pensi, tanto per fare un esempio, al trattamento delle distonie focali).
Tradurre questo testo è stata anche per noi un’opportunità per rinnovare molte delle nostre conoscenze, al punto che riteniamo si tratti di un testo utile non solo a chi pratica la neurofisiologia clinica, ma anche al neurologo clinico che voglia consolidare la propria preparazione circa la diagnosi delle malattie del sistema nervoso periferico.
È infine giusto riconoscere chi ci ha aiutato in questo lavoro. Ringraziamo la nostra collega, Dottoressa Valentina Gasparini, che ha contribuito alla revisione critica di alcuni capitoli. Ringraziamo l’Editore Piccin e tutto il suo staff per la fiducia accordataci, in particolare la Dottoressa Cecilia Allegri e la Dottoressa Elisabetta Pasca per il prezioso supporto editoriale. Ringraziamo infine tutti coloro che possiamo considerare nostri maestri e che hanno contribuito, negli anni trascorsi, a farci crescere professionalmente.
Pierluigi Bertora
Maurizio Osio
PRESENTAZIONE
L’elettromiografia (EMG) è un esame relativamente nuovo. Quando iniziai il mio internato alla Mayo Clinic nel 1973 con i Dottori Ed Lambert e Jasper Daube, questa tecnica non era ampiamente disponibile e il macchinario era piuttosto rudimentale. Gli apparecchi avevano un’architettura valvolare, erano grandi e ingombranti, occupavano buona parte dello studio e necessitavano di continue
regolazioni e calibrazioni. I filtri dovevano essere regolati manualmente per ogni singolo paziente ed esame. Non servivano riscaldatori dal momento che la stessa macchina generava abbastanza calore per tenere i pazienti al caldo e fare sudare abbondantemente lo studente, specialmente in presenza del suo responsabile.
Molte cose sono cambiate da allora. Grazie alle nuove tecnologie disponiamo di apparecchi compatti, a stato solido, estremamente accurati e affidabili. È possibile modificare il guadagno e il filtraggio al tocco di un pulsante o una manopola. Inoltre, grazie all’impegno di personaggi come Lambert, Daube e molti altri, c’è stata una crescita esponenziale delle conoscenze nel campo della EMG e della neurofisiologia clinica grazie alla quale attualmente abbiamo conoscenze approfondite circa i reperti neurofisiologici di molte malattie del sistema nervoso periferico. Per quanti di noi hanno una pratica quotidiana delle malattie neuromuscolari e della neurofisiologia clinica, la EMG e gli altri esami neurofisiologici sono di grandissimo aiuto per formulare la diagnosi e indirizzare la terapia. Per molti di noi la EMG, dopo l’esame neurologico, è il singolo esame di maggiore utilità nel chiarire la diagnosi differenziale di una problematica neuromuscolare a genesi incerta.
Tutti noi affermiamo che la EMG è di fatto un’estensione dell’esame clinico e che è utile se i dati sono interpretati nel contesto di un accurato esame neurologico. Nella pratica, tuttavia, questa regola spesso non viene rispettata e vi è ultimamente la tendenza a formare dei “neurofisiologi clinici” che hanno una grande pratica di laboratorio, ma scarsa esperienza clinica. Questo è un approccio pericoloso, poiché la EMG e gli altri esami neurofisiologici, pur essendo molto sensibili e potenti, sono soggetti a errori di interpretazione e pertanto vanno sempre valutati con grande attenzione da parte di un medico con una adeguata esperienza clinica. Un esame EMG male interpretato o male eseguito può indurre ad eseguire altri esami inutili o, peggio, trattamenti inappropriati o addirittura pericolosi.
Praticamente ogni settimana giungono presso il mio laboratorio pazienti inviati a causa di esami male eseguiti o male interpretati. Vi è pertanto bisogno di pubblicazioni che enfatizzino l’importanza dell’approccio clinico agli esami neurofisiologici.
Vi sono molti trattati di ottima qualità che approfondiscono gli aspetti tecnici e, in una certa misura, clinici della EMG. Il valore unico del testo di Preston e Shapiro consiste nel rilievo che dà alle correlazioni clinico-strumentali.
Il libro tratta in misura ampia e in modo chiaro gli aspetti tecnici, ma la sua principale qualità è proprio l’enfasi che viene data alle correlazioni clinico-neurofisiologiche, all’approccio pratico e interattivo con il lettore e allo stile che si avvicina molto al modo di pensare del neurofisiologo clinico quando affronta un caso complesso. Anche le discussioni circa i problemi tecnici sono assai utili. Il monito degli autori circa l’importanza, nel dubbio, di smettere di stimolare o infiggere aghi, di riconsiderare i dati anamnestici e di
rieseguire l’esame obiettivo vale la pena di essere ripetuto a tutti gli studenti in formazione.
Questo libro si aggiunge in maniera proficua e rilevante alla letteratura elettromiografica. Sarà sicuramente utile a chi deve imparare la EMG, ma anche all’elettromiografista esperto che potrà rinfrescare le proprie conoscenze. Dopo ciò non mi resta che congratularmi con i Dottori Preston e Shapiro, con una punta di invidia: avrei voluto scrivere io questo libro.
John J. Kelly, Jr., MD
Chief, Department of Neurology
Deputy Director, Cooper Neurological Institute
Camden, New Jersey
No customer comments for the moment.