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Osteopatia

Osteopatia e sistema linfatico

Autori
Fornari - Finardi - Nardon

35,00 €

  • publish date dicembre 2016
  • ISBN 978-88-299-2800-2
  • Code Piccin 0612470
  • Pages 84
  • Binding Cartonato

Introduzione

Già dall’inizio della mia professione ho cercato di essere un attento osservatore dell’organizzazione dei liquidi organici e della loro funzione. Dai primi anni ’80 mi sono formato nelle tecniche fisioterapiche rivolte al sistema linfatico e indubbiamente questa esperienza, oltre ad avermi sensibilizzato sulla nobile funzione della linfa, mi ha permesso di apprezzare i risultati ottenuti in svariate situazioni cliniche, in primis nelle disfunzioni circolatorie ma anche nelle fragilità immunitarie o negli esiti di interventi chirurgici, solo per citarne alcune. Le competenze e l’esperienza acquisite successivamente con la mia formazione osteopatica datata 1987-93 mi hanno fornito nuovi stimoli e curiosità che non ho potuto fare a meno di approfondire.
Come sarà evidenziato nei prossimi capitoli, l’osteopatia, essendo medicina olistica, considera di capitale importanza tutti i sistemi circolatori partendo dalla non banale osservazione del fatto che circa il 70% del corpo umano è formato da liquidi.
Molti autorevoli osteopati hanno negli anni ideato interessanti tecniche volte al miglioramento della funzionalità dei sistemi dei liquidi; ho tuttavia ritenuto necessario da una parte raccogliere le tecniche già esistenti e dall’altra fornirne di nuove alla luce dei risultati ottenuti in un lavoro portato avanti per diversi anni su numerose patologie.
La considerazione primaria alla base della proposta sta nell’aver pensato di intervenire in modo globale, quindi con l’obiettivo di migliorare il terreno generale biologico del paziente. Il lavoro che andrò a presentare assieme ai miei due collaboratori ha dimostrato di poter favorire una migliore omeostasi di tutti i cinque principali sistemi di fluidi del corpo umano: linfa, sangue venoso, sangue arterioso, liquido sinoviale e liquido cefalorachidiano. Questo approccio parte dalla conoscenza dell’attività fisiologica dei tre diaframmi, toracico, cranico e pelvico, e propone un intervento mirato al miglioramento della loro funzione agendo su di essi in una maniera meccanica, incentrata sulla struttura, tenendo conto del ruolo delle fasce craniche esterne, a volte trascurate dall’intervento osteopatico classico.
Sottolineo infatti come, a livello cranico, a completamento dell’orientamento osteopatico classico che dà la priorità alle membrane intracraniche ed al loro indiscusso ruolo, abbiamo analizzato l’anatomia, l’organizzazione e la funzione delle fasce che rivestono esternamente il cranio, le quali per la loro consistenza, il loro intimo legame anatomico e la loro innervazione e vascolarizzazione condizionano fortemente l’attività fisiologica delle tre sfere e quindi lo scorrere dei liquidi. L’approccio alla struttura differenzia questo metodo da altre applicazioni manuali non osteopatiche sul sistema linfatico, che sono principalmente rivolte alla spremitura del vaso linfatico per favorirne lo svuotamento. Infatti, pur ponendosi lo stesso obiettivo, la proposta ha le sue radici in un principio classico osteopatico che afferma che per equilibrare il contenuto bisogna interagire con il contenente (legge struttura-funzione del Dott. Still).
Sorprenderà il lettore l’elevato numero di tecniche proposte. Questo si spiega nella relazione tra sistema miofasciale e circolo linfatico: il legame anatomo-fisiologico tra questi due elementi non solo è intimo ma interdipendente. Quando si manipola il sistema connettivo, si modifica l’ambiente che contiene i liquidi determinando un cambiamento della forma, così come, al contrario, una stasi linfatica comporta un cambiamento della capacità contenitiva del tessuto connettivo.
Ritengo che questo lavoro, pur non rappresentando nulla di rivoluzionario né di estremamente innovativo, sia importante nel bagaglio delle conoscenze di ciascun osteopata perché racchiude una visione e una applicazione globale che possiamo definire, come già precedentemente affermato, di terreno. Questa definizione considera la risposta dell’organismo in diversi ambiti quali l’abbassamento dell’indice infiammatorio generale, il miglioramento dell’attività respiratoria polmonare, il riequilibrio del sistema nervoso autonomo e una migliore funzione sul piano della fisiologia articolare generale.
Va posto come spunto di riflessione anche quanto il tessuto connettivo, che è l’oggetto della nostra manipolazione, sia sensibile a perturbazioni legate a fattori come lo stress psichico e a condizioni ambientali tipiche dell’era moderna come inquinamento atmosferico e alimentare e stili di vita non sani, componenti che indubbiamente condizionano l’attività di tutti e tre i diaframmi.
La conoscenza del sistema linfatico, come vedremo nei prossimi capitoli, è giunta tardiva all’attenzione della comunità scientifica, sia per quanto riguarda la sua localizzazione che per la sua funzione immunitaria. Si può affermare però che attualmente questo nobile liquido, seppur più conosciuto e studiato, è gravemente minacciato e le malattie nelle quali è coinvolto, comprese quelle neoplastiche, sono la testimonianza di questo. Penso che questa proposta di lavoro sia utile soprattutto nella prevenzione di svariate patologie e che abbia applicazione già in età pediatrica, ma soprattutto in età geriatrica. Sempre di più al professionista osteopata giungono pazienti portatori di quadri clinici che hanno come denominatore comune la stasi linfatica; pazienti in terapie farmacologiche continuative o affetti da dismetabolismi cronici, da patologie immunitarie, tutti casi nei quali è necessario ripulire il terreno, riequilibrando la relazione contenente-contenuto per ottenere una condizione su cui potere intervenire in modo più specifico.
A questo lavoro hanno collaborato in maniera attiva Michele Finardi DO, e Martina Nardon DO, docenti CIO. Senza di loro questo lavoro non sarebbe mai stato possibile, per questo li ringrazio sentitamente.

Mauro Fornari

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