Mi Oriento - Il Ruolo dei Processi Motivazionali e Volitivi
D’Alessio - Laghi - Pallini
20,00 €
Presentazione
Ho letto il volume tutto d’un fiato: è scorrevole, chiaro, appassionante, riuscendo ad integrare felicemente tra loro concetti e argomentazioni teoriche, scorci narrativi e indicazioni applicative su un tema che attraversa la vita di ciascuno: i motivi e “le gioie e i dolori” dello studio scolastico. È questo l’oggetto di analisi del volume: il rapporto dell’alunno con lo studio. Lo studiare occupa una parte importante dell’esperienza di scuola di ciascuno: è una delle regole del gioco di tale esperienza, a qualsiasi livello del sistema scolastico ci si occupi, ma il significato che ognuno di noi vi attribuisce non è scontato, né dato una volta per tutte, né insensibile alle relazioni, scolastiche e non, che si vivono. Il volume, pensando ad un alunno in età adolescenziale, propone la ricerca di questo significato lungo un cammino che conduce non solo alla capacità di sapersi indirizzare nello studio e nelle scelte scolastiche, ma anche al ritrovare se stessi come persona, ritrovamento/costruzione di sé che comprende il diventare in grado di compiere scelte scolastiche sulla base di accresciuti gradi di libertà e di autodeterminazione. Il titolo del volume, “Mi oriento”, ben condensa questo duplice obiettivo raggiungibile attraverso il percorso concettuale ed applicativo prospettato dagli autori: “mi oriento” da intendersi sia come saper prendere una direzione verso qualche cosa, nel nostro caso a proposito degli studi, sia come ritrovarsi, riconoscersi; obiettivi di cui il primo è più specifico e si radica nel secondo di ordine più generale.
Le mete evidenziate appaiono entrambe raggiungibili data la natura riflessiva che caratterizza il lavoro del cammino proposto dagli autori, natura riflessiva che si appoggia anche sul dispiegarsi nell’individuo di processi della teoria della mente (capacità di riconoscere in sé e negli altri l’esistenza di stati mentali – credenze, desideri, emozioni, … – e di ritenerli causa del comportamento) e metacognitivi. L’attività prospettata è, infatti, come dicono gli autori, di autoesplorazione, ovvero consiste in una continua interrogazione e riflessione sul proprio rapporto con lo studio relativamente a più dimensioni del funzionamento psicologico interconnesse tra loro: sul piano dei processi che attivano, o non, il comportamento di studio, qui sintetizzati in motivazione intrinseca, strumentale e demotivazione; su quello dei processi che contribuiscono al suo compimento, nello specifico quelli di volizione, distinti in pianificazione, controllo attentivo e cognitivo; riguardo all’assunzione di responsabilità nei confronti dei risultati tramite esso conseguiti, indagata mediante le attribuzioni di causa, e a proposito delle emozioni e sentimenti che lo accompagnano, qui intese come fiducia in sé e nelle relazioni.
Come si può capire anche dalla rapidissima carrellata appena compiuta sui contenuti principali del volume, si tratta di temi che concernono tutti la conoscenza di sé, che, inoltre, come trattati nel volume, riguardano una comprensione fattiva di sé nel senso di promuoverne la consapevolezza su aspetti circa i quali l’individuo ha possibilità d’intervento qualora lo decidesse, aiutato a questo riguardo dalle proposte operative contenute nel volume. Il lettore, ad esempio, potrà vedere come i temi del sé, della relazione e del sé nella relazione, temi cruciali per l’età adolescenziale di cui si occupa il volume, siano presi in esame proponendo concetti per una loro comprensione integrata e strumenti per giungere ad un efficace porsi da parte del soggetto nel rapporto interpersonale.
Il concetto di “autopresentazione efficace”, intesa quale abilità sociale, proposto dagli autori, è un esempio di compiuto prodotto di tale integrazione. A formare questa abilità concorrono più aspetti di sensibilità verso sé e l’altro, come pure di comprensione propria e altrui; tra essi, ad esempio, il saper tener conto nelle relazioni con i compagni e con gli insegnanti dei loro stati mentali e delle loro prospettive oltre ai propri, il saper cogliere la connessione esistente tra il proprio modo di porsi e la risposta dell’altro, da un lato, e gli atteggiamenti e i sentimenti che si hanno nei confronti del proprio sé, anche corporeo, dall’altro.
La trattazione del tema del volume è inquadrata dagli autori nell’ambito dell’orientamento, inteso come processo educativo i cui protagonisti sono l’alunno e l’insegnante: il primo intraprende e compie un cammino di auto-osservazione del suo rapporto con lo studio e di sé guidato e supportato dal secondo; quest’ultimo trova nel volume i concetti in tema di motivazione, volizione e rapporto tra esse, così come elaborati dalle più recenti teorie psicologiche a riguardo, e strumenti e indicazioni operative sostanziati da valore psicometrico, la cui padronanza lo mette in grado di svolgere le funzioni di stimolo, di guida e di sostegno. In particolare, ciò a cui tende il lavoro degli autori a proposito dell’insegnante è il conseguimento da parte di questi della capacità di svolgere la sua funzione attraverso il saper instaurare e coinvolgere l’alunno - e coinvolgersi - in processi di attenzione e riflessione condivisa sulle problematiche in oggetto, che di fatto rendono la relazione educativa un processo di co-regolazione maturativa.
Già il costituire da strumento di lavoro per l’insegnante ai fini dell’orientamento quale processo educativo rende il volume prezioso per le necessità sia della scuola nel suo complesso sia dei singoli – alunni ed insegnanti –, ma ciò che esso propone si presta ad essere inquadrato anche all’interno dei programmi di prevenzione e/o di promozione della salute nella scuola. Infatti prefiggendo un lavoro finalizzato a dare impulso e sostenere la conoscenza e la crescita del sé per quanto riguarda lo studente e la competenza professionale relativamente all’insegnante, dotandolo dei mezzi necessari per svolgere l’attività in questione, pone quest’ultimo in grado di sviluppare l’intervento anche con popolazioni o gruppi scolastici a prescindere dalla presenza in essi della specifica problematica di scelta degli studi, ma nell’ottica di accrescere le competenze socio-emotive e le capacità di apprendimento degli alunni. Risultati, questi, che quando conseguiti fungono da fattori protettivi nella popolazione scolastica nei confronti del rischio di disturbi quali, ad esempio, l’impotenza appresa e contemporaneamente fanno da fondamento per uno sviluppo sano dei singoli individui.
Olga Liverta Sempio
Professore Ordinario di Psicologia
dello Sviluppo e Psicologia dell’Educazione
Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
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